paperblog

giovedì 11 ottobre 2018

Curarsi ridendo: 5 studi a confronto


CURARSI RIDENDO: 5 STUDI A CONFRONTO


Ridere stimola la produzione di endorfine e serotonina, aumenta l’attività dei linfociti killer che distruggono le cellule cancerose, migliora la circolazione, l’ossigenazione del sangue e l’irrorazione degli organi interni, neutralizza ansia e stress, alza il livello di autostima e aumenta la memoria. Lo dimostrano cinque ricerche condotte presso università americane.


1)    Uno studio pubblicato sul Journal of Epidemiology and Community Health ha dimostrato per la prima volta la connessione esistente fra umore buono e durata della vita. Le persone con livelli maggiori di buon umore hanno anche maggiori possibilità di vivere più a lungo degli altri.
2)   Un gruppo di ricerca dell’University of Wisconsin ha dimostrato che uno stato psicologico negativo è associato a una peggiore risposta al vaccino antinfluenzale. Le persone di buon umore hanno nel sangue una maggiore quantità di anticorpi rispetto alle altre.
3)   Alcuni anni fa i ricercatori del Center of Neuro Immunology di Loma Linda, in California, scoprirono che la somministrazione di un film comico, che induce il buon umore, contribuisce a incrementare sensibilmente i livelli di immunoglobine, dei leucociti e delle citochine, sostanze che il corpo utilizza per resistere alle infezioni e proteggerci dagli agenti tumorali.
4)  Un recentissimo studio presentato presso il College of Rheumatology di Boston ha evidenziato come uno stress cronico derivato da anni di insoddisfazioni, preoccupazioni, malumori continui, sia responsabile di un indebolimento della capacità di risposta alle infiammazioni, che possono così degenerare in forme artritiche.
5)  Una ricerca pilota presentata presso l’American College of Cardiology ha ricevuto successivamente numerose conferme da ricercatori di tutto il mondo: il buon umore protegge il cuore. Come? Migliorando la circolazione sanguigna e abbassandone la pressione, prevenendo l’aterosclerosi e riducendo il rischio di contrarre patologie cardiovascolari, in primis infarto e ictus.

                                                             Caterina Carloni 







Nessun commento:

Posta un commento