OMOSESSUALITA’: la cultura del pregiudizio
Da difetti nella crescita
ormonale a disturbi della personalità, dal castigo divino alla depravazione dei
costumi, molte sono le teorie chiamate in causa per spiegare il comportamento omosessuale
Componente essenziale dell’autostima e grande
veicolo di stabilità, sicurezza e
conoscenza profonda di sé, la sessualità collega ad aspetti sconosciuti e
indicibili del proprio mondo interiore. L’amore, il desiderio, l’eccitazione e
la fantasia ne fanno un luogo fisico e al contempo psichico nel quale celebrare
l’Eros, l’energia vitale per eccellenza, alludendo ai grandi archetipi del Piacere e
della Riproduzione.
Gusti, meccanismi di attrazione, tendenze inconsce
e peculiarità nell’espressione e nella comunicazione dei desideri sessuali sono
da sempre e in tutte le culture oggetto di studi e osservazioni. Eppure il
sesso rimane innegabilmente un’area esistenziale controversa e dalle molteplici
sfumature, oggetto di speculazioni nelle
sue manifestazioni più morbose ed estreme, ma spesso sottovalutata nella sua componente
formativa e rispetto alla necessità di un’adeguata educazione fin dai primi
anni di vita.
E’ naturale quindi che una delle sue manifestazioni
meno diffuse, seppure molto discusse, l’omosessualità,
risenti della carenza di una chiara e sicura definizione eziologica riguardante
le tendenze e gli orientamenti sessuali
in genere.
La parola “omosessualità” è un neologismo ( fu usata per la prima volta nel 1869 da un
medico ungherese per indicare i rapporti sessuali tra uomini) derivante dal
prefisso greco homos (“stesso”) e
della parola latina sexus ( “sesso”).
Il termine, che ha progressivamente sostituito le denominazioni precedenti
quali sodomita, invertito, anormale ecc., è oggi usato indifferentemente
insieme al termine “gay” (meno connesso con la medicina e meno ingiurioso),
proposto dagli ambienti omosessuali americani negli anno Settanta.
Attualmente
non esiste nessuna ipotesi scientificamente validata circa le cause dell’omosessualità,
ma solo ipotesi in corso di accertamento.
Secondo
la teoria del determinismo biologico, ad esempio, sarebbero i fattori ormonali e genetici a predisporre l’orientamento sessuale. Secondo,
invece, le scienze psicologiche, l’orientamento sessuale è deciso dalle
esperienze e dallo sviluppo psichico infantile. Secondo alcune frange della
psichiatria, l’omosessualità è una malattia a tutti gli effetti (malgrado la sua cancellazione come patologia
psichiatrica dagli elenchi dell’American Psychiatric Association già dal 1973),
mentre alcuni studiosi di antropologia
hanno formulato la cosiddetta teoria
queer, un’ipotesi sull’origine di tutte le categorie che descrivono la
sessualità sulla base della natura del corpo e della sua rappresentazione. La
maggioranza delle tradizioni religiose spiega, infine, il comportamento
sessuale in termini di “vizio”.
I rapporti omosessuali portano ufficialmente alla pena
di morte in sette nazioni islamiche: Arabia Saudita, Iran, Mauritania, Sudan, Somalia
e Yemen. In molte nazioni musulmane, come il Bahrain, il Qatar,
l'Algeria e le Maldive l'omosessualità è punita con il carcere, con pene
pecuniarie o pene corporali.
Ufficialmente in India l’omosessualità è un reato:
l’articolo 377 del codice penale indiano, sancisce che “Chiunque, volontariamente, abbia un rapporto carnale contro l’ordine
della natura con un uomo, una donna o un animale, sarà punito con la prigione a
vita o per un periodo che può arrivare a dieci anni, e dovrà pagare anche una
multa.”
La Chiesa cattolica afferma di non condannare la
persona con tendenza omosessuale, pur considerando tale orientamento, come
stabilito dalla Congregazione per la Dottrina della Fede (Lettera ai vescovi
della Chiesa cattolica sulla cura pastorale delle persone omosessuali,
dell'1 ottobre 1986), "intrinsecamente
disordinato", e considera l'atto omosessuale abominio perché contrario
alla "legge naturale", e dunque precludente al "dono della
vita".
Tuttavia
non è possibile riscontrare nelle parole di Gesù alcun accenno che sia
esplicitamente e inequivocabilmente indirizzato a condannare le persone
omosessuali in base al loro orientamento; c'è anzi chi vede nell'annuncio
cristiano un messaggio di liberazione che riguarda la creatura di Dio a
prescindere dalla sua identità di razza, genere e condizione. Gesù nei Vangeli non dice una parola
sull’omosessualità, mentre ne dice tante sulla tolleranza, l’accettazione, il
non giudicare.
Neppure nella tradizione religiosa induista vi è traccia di condanna e biasimo nei
confronti dell’omosessualità. Nei trattati sulla sessualità l’argomento è
trattato con chiarezza e senza censure, nel rispetto del principio che “in tutto ciò che concerne l’amore, ognuno
deve agire in accordo con i costumi del proprio paese e con le proprie
inclinazioni” (Kama Sutra, cap. X).
Nell’Islam
è il concetto stesso di orientamento
sessuale ad essere inammissibile; orientarsi
sessualmente significa chiudersi in una visione fisica della vita, a dispetto
di quella spirituale: lo spirito in sé, la vera natura umana, non è né donna né
uomo, non è né bianco né nero, né ricco né povero. Tutti gli spiriti sono
uguali, e il compito di ogni individuo è di elevare la propria anima a un
livello superiore liberandosi degli attaccamenti terreni.
In
questa diversità di prospettive e nel rispetto della libertà di espressione
delle varie correnti, la posizione ufficiale del mondo scientifico, sia negli USA
che negli altri Paesi occidentali, ivi inclusa l'Italia, è che l'omosessualità
di per sé costituisca "una variante del comportamento sessuale umano"
e che nessuna terapia può essere effettuata per cambiare un orientamento
omosessuale a priori. Il compito dell’operatore della salute mentale
(psicologo, psichiatra, psicoterapeuta) è pertanto quello di aiutare il paziente
ad armonizzare la sua inclinazione con il resto della personalità in modo
ego-sintonico, e non quello di modificarne la tendenza.
Caterina Carloni, psicologa e
psicoterapeuta, specialista in medicina psicosomatica
Walt Withman, il cantore dell’omosessualità
Conosciuto soprattutto come autore della famosa
raccolta di poesie Foglie d’erba, pubblicata
in diverse edizioni a partire dal 1855, Walt Withman (1819-1892), poeta e scrittore
statunitense, fu uno dei massimi cantori
della libertà, della sessualità e dell’omosessualità. Nel suo ideale visionario
pose l’uomo come momento centrale della sua percezione e comprensione del mondo,
e cantò l’essenza di quello che diventerà successivamente il “sogno americano”.
Dalla sua opera è tratta la celeberrima ode che inizia con il verso “Oh Capitano, mio capitano”, dedicata ad
Abramo Lincoln e filo conduttore del film “L’attimo
fuggente” del 1989.
Per quasi un trentennio dovette
prendere tutti gli accorgimenti possibili per nascondere o mitigare il fatto
che fosse omosessuale.
Leggere la
poesia di Whitman significa anche riflettere sul prezzo umano e psicologico dell'autocensura
(dell'autore, del critico e del traduttore) e sul valore irrinunciabile della
libertà di espressione.
Io non ardisco sottrarre
nessuna parte di me
Non l’equilibrare ranghi,
carnagioni, fedi e sessi
Non il giustificare la
scienza né la marcia dell’uguaglianza
Io sono per coloro che non
furono mai dominati
Per coloro che leggi,
teorie, convenzioni, non potranno mai dominare
Walt Withman, 1867, “Presso la riva dell’Ontario Azzurro”
Kindred Spirits by Asher B. Durand
This 1849 painting depicts William Cullen Bryant and Thomas Cole in
Kaaterskill Clove.
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