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martedì 23 ottobre 2018

SONNO.... la dimensione sconosciuta e misteriosa dell'uomo




Strettamente collegato ai simboli della Notte, della Passività e del lato femminile della personalità  (l’Ombra e l’Inconscio), il sonno rappresenta il momento nel quale si sperimenta la vita in assenza di una coscienza vigile e reattiva.

L’organismo si ritira in sé, sospende il rapporto con gli stimoli ambientali, riduce il suo metabolismo basale e, al contempo, rigenera spontaneamente i suoi tessuti.

Si configura quindi come un momento di morte/rinascita: è la morte del giorno appena trascorso, l’eclissi dello stato di veglia, il cadere in balìa di forze e di dimensioni sconosciute; è la preparazione del nuovo giorno, l’embrione di una nuova coscienza, il seme della nuova persona che nel buio della notte si appresta ad assistere al sorgere del sole.

Nella mitologia greca il dio Sonno, chiamato Hypnos, è il figlio della Notte primordiale e fratello di Eros (Amore) e Thanatos (Morte).

Durante il sonno il cervello compie straordinarie azioni che sono impossibili durante lo stato diurno di veglia: archivia, elabora, riordina la nostra attività di pensiero e i contenuti emotivi e affettivi, agendo in modo automatico e basandosi su una sapienza che la materia biologica ha sviluppato in milioni di anni.

Mentre il cervello cosciente è sempre pieno di dubbi e conflitti, quello inconscio, notturno, sa sempre cosa fare e sa che cosa è bene per ognuno di noi. In tal senso, evoca la figura della Grande Madre nella sua accezione positiva: accoglie, nutre, cura e protegge, anche se contiene sempre un aspetto negativo, terribile, che si manifesta negli incubi e che si esprime nella paura del sonno, ben rappresentata da un sintomo come l’insonnia.

Studi recenti hanno confermato la saggezza di un modo di dire popolare e antico,  quel “Dormiamoci sopra” riferito ai momenti di dubbio, quando non si riesce a risolvere un problema, quando si fa notte e ci si affida al sonno come momento potenzialmente risolutivo. Sembra infatti che l’attività neurologica cerebrale durante il sonno attivi capacità di intuizione, di soluzione e addirittura di scelta, rispetto a problemi che il cervello cosciente non riesce a sciogliere.

Il sonno, inoltre, fa parte dei bisogni primari dell’organismo e non può essere demandato oltre un certo tempo, in genere le sessanta o settanta ore.

Ciò indica sia l’impossibilità dell’uomo di separarsi  dalla dimensione del riposo che l’impossibilità della coscienza di staccarsi dall’inconscio e di farne a meno. Rappresenta quindi la casa a cui tornare quotidianamente per ripartire ogni mattina incontro alla vita.

Attraverso il sogno, infine, il sonno svolge funzioni di riequilibrio nervoso, di elaborazione di alcune tematiche inconsce e di contatto con le dimensioni più profonde della psiche.

Il sonno attraversa due fasi: quella REM (sonno più leggero) e quella non-REM (sonno lento profondo).

Nella fase REM si verifica l’esperienza del sogno, uno stato psichico che rappresenta una specie di espulsione – attraverso immagini e pensieri – di una quota energetica altrimenti in eccesso e di “scorie” di quanto assorbito e vissuto nella giornata appena trascorsa.

In molte tradizioni il sonno è stato paragonato a una “piccola morte” che avviene ogni giorno nella vita di ogni essere umano, necessaria per sopravvivere e rigenerarsi.

In questa analogia tra sonno e morte si può rintracciare anche il simbolo centrale dei disturbi del sonno, la difficoltà a “morire ogni giorno”, ad accettare l’alternarsi del  giorno e della notte, di cui hanno assoluto bisogno sia il corpo che la mente per potersi rinnovare.





L’intuizione circa il potere di trasformazione del sonno è stato ben compreso e descritto nei testi della tradizione indovedica, dove troviamo varie ed approfondite spiegazioni sui quattro principali stati di coscienza individuale: lo stato di veglia, di sogno (svapna), di sonno senza sogni (nidra) e lo stato di super-coscienza (turiya).

Nello stato mentale di sonno, definito da Patanjali negli Yoga Sutra “vritti senza contenuto”, l’individuo sperimenta una condizione di profondo benessere.  Le vritti, le onde psichiche che disturbano e modificano il campo mentale - seppure sussistano in una forma latente, poiché sono ancora presenti nella memoria inconscia le impressioni (samskara) dalle quali esse derivano - tendono a placarsi.

Il sonno apporta così ristoro e serenità a tutto il sistema nervoso. La vritti, non avendo contenuti, culla la mente senza affaticarla.

In tempi più recenti, un conosciuto maestro indiano, ispirandosi al fenomeno dell’apprendimento in stato di coscienza “rallentato” - caratterizzato dalla presenza di onde delta nell’EEC, tipiche dello stato di sonno profondo - ha ribattezzato alcune antiche tecniche di rilassamento con il nome di “Yoga Nidra”, alle quali si ispira anche il più moderno Training autogeno. Tali tecniche  affrontano aspetti che non riguardano solo il rilassamento fine a sé stesso, ma mettono in atto esperienze di risveglio dello stato dell’attenzione e della consapevolezza,  consentendo un’indagine conoscitiva profonda, paragonabile a quella della meditazione, nella quale il soggetto arriva a sperimentare stati di coscienza inusuali, e si ritrova a stretto contatto con la sua essenziale natura.



La Mandukya Upanishad, riferendosi a questo stato situato al di là della coscienza vigile e del dormire sognando, afferma:

Il terzo aspetto del Sé è la Persona Universale nel sonno senza sogni, il prajna. Esso non conosce ansie né conflitti, è stato chiamato beato. Prajna è il Signore di tutto. Egli conosce tutto. La sfera del prajna è il sonno profondo in cui tutte le esperienze diventano fuse e indistinguibili, è una massa di conoscenza, è pieno di beatitudine, è il sentiero che conduce alla conoscenza degli altri stati”.

Per favorire e mantenere in equilibrio questa importante funzione psicofisica la Medicina Psicosomatica offre vari suggerimenti:

-      Per chi fa fatica ad addormentarsi, è determinante ricontattare il corpo e allentare il controllo razionale attraverso tecniche di rilassamento di tipo prevalentemente mentale (come la distensione immaginativa o la Visualizzazione Meditativa  Psicodinamica) o corporee (come il massaggio);

-      Chi si sveglia nel cuore della notte deve comprendere la necessità di porre mano a problematiche irrisolte che possono riguardare eventi quotidiani o urgenze più profonde legate a conflitti che stanno emergendo. Scrivere i sogni e farsi aiutare a comprenderne il significato può essere un’utile bussola per  orientarsi dentro di sé;

-       Chi si sveglia troppo presto ha bisogno di uscire dallo schema di giornata e di vita nel quale è meccanicamente calato da tempo. C’è qualcosa che crea ansia negli impegni del giorno seguente, qualcosa che non piace nei contenuti o nei modi, qualcosa di troppo. Un breve periodo di vacanza è senz’altro indicato per ritemprarsi e riorganizzare il proprio tempo in modo meno stressante.

In tutti questi casi la medicina naturale suggerisce l’impiego di erbe come passiflora e tiglio, ma anche integratori alimentari come melatonina e vitamine del gruppo B. E’ invece sconsigliabile l’utilizzo di psicofarmaci ipnotici (i cosiddetti sonniferi), da prendersi solo in caso di effettiva necessità e per non più di tre/quattro settimane consecutive.


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